venerdì 10 marzo 2017

La prepotenza del laicismo e i diritti negati ai bambini

Si registra, purtroppo, un altro pericolosissimo attacco della lobby laicista in Italia contro i diritti dei più deboli. Il Tribunale dei minori di Firenze con una sentenza che ha dell’incredibile ha stabilito la trascrizione anche in Italia dei provvedimenti emessi da una Corte britannica riconoscendo così l’adozione di due bambini da parte di una coppia di persone omosessuali.

Nonostante che il confronto democratico sul DDL Cirinnà riguardante le unioni civili abbia escluso l’adozione da parte di coppie di persone omosessuali ed anche la cosiddetta “stepchild adoption” cioè la possibilità di adottare il figlio del proprio partner con cui si è uniti civilmente o sposati, i giudici, in barba a quanto stabilisce la Costituzione, hanno tranquillamente prevaricato i confini della loro competenza e si sono bellamente infischiati dell’opinione della società civile, per ergersi al ruolo del legislatore. 

In Italia non esiste la possibilità di adozione da parte di una coppia di persone omosessuali, quindi come è possibile per i giudici fiorentini riconoscere un’adozione del genere solo perché deriva da un “atto validamente formato in un altro Paese dell'Unione Europea”? Tutte le leggi vigenti nei Paesi dell’UE sono forse valide anche in Italia? Certo che no. Quindi?

Nel loro delirio di onnipotenza i giudici hanno il coraggio, ma direi piuttosto la sfrontatezza, di affermare che la coppia di persone omosessuali in questione "si tratta di una vera e propria famiglia e di un rapporto di filiazione in piena regola che come tale va pienamente tutelato". Accidenti! Non sapevo che per fare il giudice bisognasse essere anche degli scienziati nel campo della psicologia sociale e dell’adozione. Ma il giudice, in realtà, non nessuna di tali competenze, quindi come fa a stabilire che una coppia di persone omosessuali possano costituire una famiglia? D’altronde la nostra Costituzione parla molto chiaro, infatti all’art.29 si legge: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Società naturale, quindi quella, e solo quella, formata da un uomo ed una donna, cioè l’unica società di individui in grado di produrre, accogliere e formare una vita umana.

Ma c’è di più. Con questa sentenza i giudici, di fatto, pongono una pietra tombale sul diritto di ogni bambino di avere un padre ed una madre, cioè i suoi genitori naturali. Perché questo diritto non vale niente? Se i bambini non hanno diritto ad avere i propri genitori, perché mai i genitori dovrebbero avere il diritto di tenere i propri figli? E’ a questo che porta l’assurda logica dei giudici fiorentini: una non-logica che si basa sul diritto al relativismo, trasformando ogni proprio desiderio in un diritto. In pratica siamo alla la legge della jungla dove il più forte, cioè l’egoismo di ritenere un diritto avere figli, prevale sul diritto, quello vero, del più debole, cioè quello dei bambini ad avere un padre ed una madre.

Certamente sulla decisione dei giudici ha pesato la necessità di dover trovare la soluzione meno traumatica per i poveri bambini, ma da questo a pontificare su identità della famiglia e diritti inesistenti ce ne corre! Una sentenza gravissima che supera le competenze del Parlamento, il quale non è più sovrano nel disciplinare queste situazioni, ma che, oltretutto, inserisce nel nostro ordine pubblico culture e riferimenti che non vi fanno parte.

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