giovedì 24 agosto 2017

Dall'eutanasia all'eugenetica, l'evoluzione laicista della società europea

Dopo le tristissime vicende che pochi mesi fa hanno riguardato il piccolo Charlie Gard ed i suoi genitori, costretti a dover lasciare uccidere il loro bambino da una folle sentenza dei giudici inglesi e, per la prima volta in Europa, della Corte europea dei diritti (sic) umani, ora una nuova notizia, che ha avuto una scarsissima rilevanza sui media, documenta il profondo abisso in cui sta sprofondando l'Europa laicista.


L'Islanda si sta avviando ad essere il primo paese europeo senza nascite di persone con sindrome di Down. Infatti la maggioranza delle donne che ricevono risposta positiva al test prenatale circa la presenza di anomalie cromosomiche nel feto, mettono fine alla gravidanza. Le stime indicano una percentuale ormai vicina al 100 per cento. Tutto ciò è favorito ed incoraggiato dalla legge islandese che permette il ricorso all'aborto anche dopo sedici settimane in caso di anomalie nel feto e la sindrome di Down è inclusa fra queste. In Islanda, poi, le diagnosi prenatali sono molto diffuse e facilitate anche dalla semplicità dei nuovi screening, sempre meno invasivi.

Ma c'è di più, l'Islanda ha un competitore eccezionale nella Danimarca, anche in questo paese si è deciso che le persone portatrici della sindrome di Down non devono nascere. Anche per il paese scandinavo è preminente il diritto di scelta dei genitori e lo Stato mette a loro disposizione ogni possibilità per un facile accesso a screening prenatali ed un agevole ricorso all'aborto.

Ecco a cosa porta la non-morale laicista che pone sempre la morte come la soluzione di ogni problema. Per eliminare la malattia si eliminano i malati, siamo proprio alla base dell'eugenetica. Perché è proprio di questo che stiamo parlando. Non valgono le patetiche ragioni laiciste secondo le quali la decisione di evitare di far nascere una persona con sindrome di Down sia solo una questione personale che attiene al diritto di autodeterminazione. Lo Stato islandese e quello danese incoraggiano i test prenatali ed il ricorso all'aborto per eliminare le persone portatrici di handicap perché non gradite, perché considera quelle vite indegne di essere vissute e tutto ciò si configura esattamente come eugenetica. I bambini che nascono malati non appartengono al modello della vita perfetta laicista, generano pena e sofferenza e, soprattutto, fanno spendere un sacco di soldi allo Stato per cure ed assistenza. Come non tornare col pensiero ad una settantina di anni fa, all'Aktion T4, il programma nazista di eutanasia che sotto responsabilità medica prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche e portatrici di handicap? Anche lì si eliminavano le vite indegne di essere vissute, solo che lo facevano senza il paravento dell'aborto, ma mentre quel programma arrivò ad uccidere circa 200.000 individui, la moderna, evoluta e democratica Europa contemporanea laicista è arrivata a sterminare milioni di bambini. 

Il relativismo etico laicista è sempre lo stesso, si ha diritto a nascere solo se si rientra nel modello di vita imposto dal politicamente corretto, altrimenti non si vale niente. La vita umana è niente, non ha alcun valore intrinseco, lo acquista solo per una scelta personale. E' questo l'orizzonte di morte del laicismo.

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