lunedì 7 settembre 2015

Fecondazione eterologa, i nodi cominciano a venire al pettine.



E' già passato più di un anno da quando la Consulta ha dichiarato incostituzionale (sic) il divieto al ricorso della fecondazione eterologa. Ricordo bene quanto il mondo laicista abbia esultato per questa "svolta" di civiltà e libertà, finalmente le coppie sterili non dovranno più andare all'estero, sarà ovviamente scongiurato ogni mercato di materiale genetico, e così via. 

Passata l'euforia iniziale i nodi cominciano a venire al pettine, infatti ad oggi le coppie che hanno usufruito di tale metodo sono pochissime, decretando, di fatto, il fallimento di questa tipologia di fecondazione artificiale. Certamente influiscono le eccessive spese a carico del SSN, un caos normativo, ma la vera ragione di questo "flop" è la mancanza di donatori

In Italia per donare gameti e ovociti occorre, giustamente, seguire le stesse procedure per la donazione del sangue e del midollo. Ma ciò comporta il doversi sottoporre ad analisi e controlli, che nel caso della donna sono pure molto invasivi. Può essere questa una causa della scarsezza di donatori? La donazione nasce da un puro sentimento di altruismo e solidarietà, ma nel caso del sangue e del midollo si dona per salvare una vita da morte certa, nel caso della fecondazione eterologa invece, non c'è da salvare alcuna vita. Tutto ciò non può non avere il suo peso e, nonostante la propaganda laicista, bisogna tener conto del fatto che la donazione di gameti non ha lo stesso valore morale degli altri tipi di donazione. Nel caso della donna, poi, tale donazione deve pure passare attraverso lunghe e faticose terapie ormonali, attraverso una stimolazione innaturale della maturazione degli ovociti, andando incontro a gravi rischi per la salute. .

Come paventato a suo tempo dalle posizioni cattoliche il ricorso all'eterologa comporta sempre il grave rischio della mercificazione del materiale umano. Infatti questa mancanza di donatori costringerà le varie amministrazioni, per far fronte alle richieste di fecondazioni eterologhe, a ricorrere all'estero per approvvigionarsi dei gameti. Tutto ciò avverrà a pagamento? Lo possiamo escludere? 

L'avv. Filomena Gallo, segretario dell'Associazione "Luca Coscioni", è arrivata perfino ad ipotizzare la possibilità di riconoscere un rimborso per le donatrici di ovociti. Ma tale riconoscimento non è forse un mercato nascosto? Come possiamo escludere che, a lungo andare, sotto il nome di “rimborso spese” si celi un vero e proprio pagamento degli ovuli?

Io penso che questa carenza di donatori sia dovuta anche, e specialmente, alle implicazioni morali che tale donazione comporta: troppi rischi per la salute, non si può giocare con la vita per avere un figlio a tutti costi. Il rischio finisce per essere quello di dover riconoscere qualcosa ai donatori. E questo è inaccettabile.

7 commenti:

  1. Per me il problema non è tanto eterologa o omologa, ma è il presupposto del figlio a tutti i costi, del presunto diritto ad avere figli naturali che rifiuto. Tale diritto non esiste proprio, desiderio sì, diritto no.
    E si batte poco sul discorso delle adozioni e su quanto (tanto) costa!
    Ho sentito proprio di recente di somme assurde: 30 o anche e addirittura 50 mila euro!
    Ma di questo non ci si lamenta, come mai?

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    1. Pienamente d'accordo.
      Avere un figlio è un dono, non un diritto.

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    2. Dell'enorme costo delle adozioni non ci si lamenta mai. E' vero.
      Sono troppo maligno a pensare che le cose stanno bene così per lasciare in piedi l'enorme affare della fecondazione artificiale?

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  2. UCCELLI
    Un dono?
    E un dono di chi, di grazia, della cicogna o della Cicogna?
    Liberissimi di credere alla Cicogna, perchè no (se si tratta invece della cicogna si cercherá, comunque, di darvi una mano).
    In ogni caso, sono felice di poter prescindere dai vostri beneamati volatili. Come posso? Ah, cari miei, mi dispiace dover insistere: con un diritto. Se non riuscite a vederlo...che dire, in fondo è meglio così. L'importante è che questo diritto faccia da scudo a certi spiacevoli artigli. Le vostre cicogne, a ben vedere, sono dei rapaci.

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    1. Ciao Felsy!
      Non riesco a vedere questo diritto, semplicemente perché non esiste. Non è difficile da capire, no?

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  3. VADE RETRO
    Capisco caro Luis, non lo vedi bene, ma è quella cosa contro cui vai a sbattere quando pensi di poter imporre agli altri il tuo curioso ed stimolante punto di vista (il procreare come un dono piovuto dal cielo).
    Se non esistesse, passeresti.

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    1. No, no ti sbagli carissimo.
      Non si tratta delle mie diottrie, ma del fatto che quello che vagheggi non esiste proprio.
      E, sembra banale ribadirlo, ma tant'è, non si può vedere ciò che non esiste.
      Un caro saluto.

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